Ammonimenti

Articolo del Giornale: Corriere della Sera
Data di Pubblicazione: 02/11/1919

Ammonimenti

«Corriere della Sera», 2 novembre 1919

 

 

 

Molti dicono : «se il Governo non farà ragione ai nostri desideri, se non si porrà riparo alla ingiustizia da cui siamo tormentati, se le imposte non saranno ripartite con giustizia, diventeremo anche noi bolscevichi e voteremo per la lista del partito ufficiale socialista». Hanno pensato, coloro che così parlano, alla sorte che li attende in regime di bolscevismo? I socialisti, poiché la verità brucia, negano disperatamente ciò che invece è certissimo e cioè che in regime di comunismo la produzione va diminuendo di mese in mese, di settimana in settimana; e che le sofferenze di tutte le classi sociali sono cresciute enormemente, anche in confronto alla buia schiavitù zarista e che i soli a vivere con una certa larghezza sono i membri della cricca dominante, le guardie rosse ed i contadini, in quanto le guardie rosse non riescono a scoprire le loro riserve di alimenti. Ma per tutte le altre classi sociali, per la borghesia, per gli impiegati, per i piccoli commercianti e gli industriali, per i modesti risparmiatori, per gli stessi operai abili e laboriosi la vita è diventata un inferno, l’avvenire è malsicuro, la alimentazione scarsa, le malattie contagiose micidiali. Che cosa sono le ingiustizie di cui si soffre in Italia? Piccole cose, in confronto; le quali del resto si possono far scomparire soltanto col partecipare alla cosa pubblica, col convincere altrui e coll’esserne convinti, col premere sui candidati affinché prendano precisi impegni di combattere l’ingiustizia e il male dovunque si trovi. Ogni progresso è possibile nella società presente. Ma nessun progresso si compie da sé. Bisogna sempre conquistarselo con lo sforzo, con l’opera, con la buona scelta dei proprii rappresentanti al Parlamento.

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