Opera Omnia Luigi Einaudi

Il bilancio alimentare dell’Austria-Ungheria

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 06/03/1915

Il bilancio alimentare dell’Austria-Ungheria

«Corriere della sera», 6 marzo 1915

 

 

 

Il quadro che ho avuto occasione alcuni giorni fa di delineare del bilancio alimentare della Germania è incompiuto, come espressamente avvertii, per molte ragioni. Ad una di esse cercherò di riparare oggi, entro i limiti ristretti in cui i dati disponibili lo consentono, rispondendo alla seguente domanda: quale è il bilancio alimentare della monarchia austro-ungarica e quale soccorso la monarchia può dare eventualmente all’impero alleato dal punto di vista degli approvvigionamenti alimentari? La risposta a questa domanda deve essere necessariamente circondata di tutti quei dubbi e quelle riserve che già esposi per la Germania e che non importa ripetere un’altra volta.

 

 

* * *

 

 

Sulla scorta dei dati contenuti nel già mentovato «Annuaire international de Statistique agricole» (1911 et 1912) dell’Istituto internazionale di agricoltura, ecco quale sarebbe il bilancio normale alimentare della monarchia. «Normale» perché si riferisce alla media degli anni 1908-912, salvo che per le semenze, per cui si notò la media dei due anni agrari 1910-911 e 1911-912. «Della monarchia» perché i dati si riferiscono all’intiero territorio doganale austro-ungarico, considerato come un unico complesso, non tenendo conto, per il momento, dei rapporti di dare ed avere fra l’Austria e l’Ungheria. Le cifre sono tutte espresse in migliaia di quintali metrici:

 

 

FABBISOGNO

Produzione per il consumo

per le semenze

Totale naz. austro- ungarica

Sovrappiù (+) o deficienze (-)

Frumento

13.948

7.879

61.822

62.059

+ 837

Segala

34.348

5.015

39.363

41.212

+ 1.849

Orzo

25.913

3.322

25.264

20.763

+ 1.499

Avena

31.621

4.487

36.108

34.960

– 1.148

Granoturco

52.055

1.508

53.563

51.151

– 2.412

Patate

?

?

180.655

180.044

– 611

Risone

1.082

1.082

– 1.268

Riso brillato

158

158

– 158

 

 

Il bilancio alimentare della monarchia sarebbe dunque all’incirca in equilibrio in tempi normali; poiché le deficienze nell’avena, nelle patate, nel granoturco e nel riso sarebbero compensate da eccedenze non trascurabili nel frumento, nella segala e nell’orzo. Se il raccolto del 1914 fosse stato normale, la monarchia avrebbe potuto anzi fornire un non rilevante, ma neppure del tutto trascurabile aiuto alla alimentazione dell’impero alleato.

 

 

Vi sono però delle ragioni per rilevare che i raccolti del 1914 non solo non sieno stati bastevoli a consentire una esportazione limitata in Germania, ma neppure a permettere una alimentazione normale della popolazione della monarchia. Infatti, se l’annuario dell’Istituto internazionale non pubblica i dati per l’Austria da sola, contiene però quelli relativi particolarmente all’Ungheria. E da questi dati si può ricostruire il seguente bilancio alimentare normale della parte ungherese della monarchia. Le cifre sono sempre in migliaia di quintali metrici:

 

 

FABBISOGNO Produzione per il consumo per le semenze Totale naz. austro- ungarica Sovrappiù (+) o deficienze (-)
Frumento 26.865 5.613 32.478 46.065 +13.587
Segala 7.382 1.545 8.927 12.849 + 3.942
Orzo 70.202 1.578 11.780 14.682 + 2.902
Avena 9.823 1.351 10.574 12.250 + 1.683
Granoturco 40.744 1.322 42.066 47.293 + 3.227
Patate ? ? 52.581 53.010 + 429
Risone 1.202 1.202 – 1.202
Riso brillato ? ? ? ? + 456

 

 

L’Ungheria è dunque un paese che basta largamente a sé stesso dal punto di vista alimentare e può alimentare e può anzi disporre di notevoli quantità da spedire a favore dell’altra parte della monarchia. Se questa, nel suo complesso, è leggermente esportatrice di granaglie verso l’estero, ciò accade perché l’Ungheria, dopo aver provveduto al proprio fabbisogno ed a coprire le deficienze dell’Austria, ancora avanza cereali per l’esportazione. Il che ben si vede dalla seguente tabella, in cui ho trascurato il riso ed il risone che sono derrate di importazione per ambedue le parti della monarchia e di cui l’Ungheria evidentemente importa quantità eccedenti al proprio consumo sotto forma di risone, salvo a riesportarlo in Austria dopo la brillatura (migliaia di quintali):

 

 

 

Sovrappiù dell’Ungheria

Deficienze dell’Austria

Sovrappiù (+) o deficienza (-) dell’intiera monarchia

Frumento

13.587

12.650

+937

Segala

3.942

2.093

+1.842

Orzo

2.002

1.403

+1.499

Avena

1.685

2.833

-1.148

Granoturco

5.227

7.639

-2.412

Patate

429

1.040

-611

 

 

Il relativo equilibrio alimentare nell’intiera monarchia dipende esclusivamente dalle eccedenze ungheresi. Conglobando insieme i due imperi alleati, il paese capace di maggiore resistenza «alimentare» durante una guerra è senza dubbio l’Ungheria; viene in seguito la Germania ed ultima l’Austria. Il che spiega come le lagnanze più vive per il rincaro dei generi alimentari vengano dai paesi austriaci e spiega le notizie di malcontento nella parte austriaca della monarchia contro l’egoismo dei grandi proprietari terrieri ungheresi.

 

 

* * *

 

 

Tanto più sono vive queste lagnanze, in quanto pare che l’Ungheria non sia in grado di fornire quest’anno all’Austria le consuete quantità di cereali. Ecco invero quali furono, secondo i dati comunicati all’Istituto internazionale d’agricoltura, i principali raccolti dell’Ungheria nel 1914 in confronto all’anno precedente:

 

 

Raccolto nel 1913-1914

Diminuzione in confronto all’anno precedente

Frumento quintali 34.139.114 -17.1%
Segala quintali 12.117.271 -8.7%
Orzo quintali 14.619.447 -15.9%
Avena quintali 13.146.971 -9.3%

 

 

I dati per il granoturco e le patate non furono ancora comunicati dal Governo ungherese all’Istituto. Ragionando sui dati noti, e fatta la riserva che il confronto è fatto coll’anno precedente e non con la media degli anni 1903-912, si potrebbe costruire così un bilancio approssimativo delle deficienze di raccolto della monarchia in quest’anno di guerra supponendo che in Austria si siano verificate le stesse diminuzioni di raccolto che si ebbero in Ungheria (migliaia di quintali):

 

 

Sovrappiù dell’Ungheria Deficit dell’Austria Deficit complessivo della monarchia
Frumento 8.000 15.000 -7.000
Segala 3.000 4.500 -1.500
Orzo 800 3.500 -2.700
Avena 500 5.000 -4.500

 

 

I dati ora calcolati sono puramente ipotetici, perché partono dall’ipotesi che i raccolti siano diminuiti non solo di fronte all’anno precedente, ma anche in confronto di un anno normale e che in Austria i raccolti siano stati scarsi come furono in Ungheria e come vedemmo essere stati in Prussia.

 

 

Non so quanto l’ipotesi fatta si approssimi alla realtà, e non posso quindi giudicare del grado di attendibilità delle conclusioni a cui sono giunto.

 

 

Le quali ci farebbero apparire gravi assai le condizioni del bilancio alimentare dalla parte austriaca della monarchia e non liete neppure quelle della intiera monarchia.

 

 

Che non siano liete si può dedurre altresì da alcuni pochi dati che l’ultimo bollettino dell’Istituto pubblica sulle esportazioni di frumento dall’Ungheria e sugli stocks visibili di cereali nello stesso paese. Le esportazioni di frumento dall’Ungheria nei mesi da agosto a novembre 1914 giunsero solo a 935.553 quintali, contro 2.436.791 nello stesso periodo del 1913. Il che può essere segno di maggior ripugnanza dei proprietari ungheresi a vendere ai prezzi di massimo fissati dal governo; ma può in parte essere effetto altresì di meno buoni raccolti. Gli stocks esistenti nei depositi pubblici nazionali e nei magazzini delle Società cooperative sono ad un anno di distanza i seguenti in Ungheria:

 

 

Stocks Stocks

10 gennaio 2 gennaio

1914 1915

Frumento, quintali 847.780 27.144

Segala ” 105.168 37.488

Orzo ” 177.701 159.577

Avena ” 294.117 107.433

Granoturco ” 162.885 429.387

Farine diverse ” 85.056 184.657

 

 

L’aumento nel granoturco e nelle farine diverse non basta a compensare la diminuzione nelle altre voci; diminuzione la quale può essere dovuta, in proporzioni non precisabili, alla scarsa propensione dei produttori a palesare i propri ammassi ed ai raccolti meno buoni.

 

 

* * *

 

 

Non vorrei che le cose da me esposte fossero ritenute dai lettori come la dimostrazione dell’effettivo disavanzo alimentare degli Imperi alleati. Sono soltanto un tentativo di scorgere quella parte della verità la quale è contenuta nelle statistiche ufficiali. Troppi lati del problema ci sono nascosti, perché si possa giungere a conclusioni precise.

 

 

Il blocco austro-tedesco deve essersi avvantaggiato di parecchie circostanze nel suo approvvigionamento alimentare:

 

 

  • 1) le provviste di cereali esistenti nella Polonia russa occupata dalle truppe alleate;
  • 2) le stesse provviste rinvenute nel Belgio e nei dipartimenti francesi occupati dalle truppe tedesche. La Polonia russa occupata pare fosse feracissima di cereali. Naturalmente si dovrebbe tener conto solo dei cereali che gli eserciti di occupazione poterono togliere alle popolazioni rimaste nella Polonia, nel Belgio e nella Francia;
  • 3) la diminuzione del consumo dell’orzo per il calo enorme della fabbricazione della birra; e delle patate e degli altri cereali per la produzione degli spiriti;
  • 4) il minor consumo di crusche e di latticini per la strage iniziata degli innocenti, ossia dei porci ed altri animali da ingrasso;
  • 5) il minor consumo dei prigionieri tedeschi ed austro-ungheresi caduti nelle mani dei russi, dei francesi e dei serbi.

 

 

Ai risparmi si contrappongono le seguenti perdite:

 

 

  • 1) la perdita e la distruzione di gran parte del raccolto della Galizia, caduta in mano dei russi. Il dott. George Zirn nel numero del 20 febbraio dell’Oesterrechische Volkswirt calcolava queste perdite superiori ai guadagni che gli austro-tedeschi potevano aver fatto nella Polonia russa. La Galizia era invero il granaio della parte austriaca della monarchia danubiana;
  • 2) le perdite e le distruzioni di raccolti avvenute nella Prussia orientale;
  • 3) la necessità di alimentare in Austria i profughi numerosissimi della Galizia e in Germania i profughi della Prussia orientale;
  • 4) i consumi che fanno d’uopo per alimentare le parecchie centinaia di migliaia di prigionieri fatti dagli eserciti austro-tedeschi;
  • 5) il maggior consumo degli eserciti in guerra in confronto ai consumi di pace. È molto difficile di poter valutare con esattezza l’influenza che tutti questi fattori possono aver esercitato sul bilancio alimentare del blocco austro-tedesco durante la guerra. Io ho l’impressione che le provviste esistenti nei due Imperi, tenendo conto altresì del consumo di latticini, di carni fresche, di carni salate, dovrebbero essere sufficienti a condurre i due paesi sino al nuovo raccolto, quando gli uomini d’oggi sapessero sopportare una parte dei sacrifici alimentari che erano consueti alle popolazioni europee nei secoli XVII e XVIII. Il Piemonte sotto Vittorio Amedeo II e la Prussia sotto Federico II durarono guerre atroci, di anni ed anni, con provviste certamente di gran lunga inferiori a quelle che oggi esistono in Germania ed in Austria-Ungheria. E da quelle guerre, Vittorio Amedeo II uscì con lo Stato salvato dalla tracotanza di Luigi XIV, ed ingrandito di territorio e di dignità; Federico II con la Prussia assurta a grande Potenza europea. Il problema del bilancio alimentare di un paese in guerra è un problema solo in parte economico-statistico. Esso è, anche, e forse sopra tutto, un problema psicologico. I fatti diranno quale sia la resistenza morale degli uomini moderni di fronte ai sacrifici imposti dalla guerra.

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