Ammonimenti
Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 16/10/1920
Ammonimenti
«Corriere della Sera», 16 ottobre 1920
Dal governo seguitano sempre a venire moniti ai cittadini affinché essi facciano economie, risparmino e collaborino a vincere il presente difficile momento del dopoguerra. Bellissime parole; ma non sarebbe meglio che cominciasse il governo stesso a dare il buon esempio? Dopo tutto, se è sommamente desiderabile che i privati facciano economie, se sono colpevoli coloro i quali non risparmiano, si può essere certi che in media, l’uno sull’altro, i privati non spendono più di quanto incassano. I prodighi che danno fondo al patrimonio e gli accrocconi, che vivono a credito, non la durano a lungo e sono più che compensati dagli altri, i quali col risparmio aumentano il loro patrimonio.
Invece, lo Stato seguita da anni a spendere più di quanto incassa. Fin che durava la guerra e con essa la forza maggiore, il fatto era spiegabile. Ora non più. Bisogna cominciare a rimettere la casa in ordine dall’alto. Bisogna che lo Stato contragga le spese fino a farle rientrare nei limiti delle entrate. Un privato che si ostinasse a spendere più dei redditi sarebbe fatto interdire dai tribunali e messo sotto curatela. Noi non vogliamo che lo Stato italiano sia messo sotto la curatela di nessuno, nemmeno sotto quello della società delle nazioni: epperciò vogliamo che esso non tardi a mettere in equilibrio il suo bilancio.