Autarchia o autarcia?
Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 01/12/1937
Autarchia o autarcia?
«Rivista di storia economica», dicembre 1937, pp. 369-370
Prendendo occasione dai diversi significati attribuiti, nella terminologia giuridica amministrativa, alla parola «autarchia», Vittorio Brondi, fine cultore del diritto e delle letterature classiche, scriveva in una nota del 1927 alla «Reale accademia delle scienze in Torino» (ed ora inclusa in Scritti minori, Torino, 1934, pag. 160 e segg.): «più che di ottimo conio, la parola (autarkia) appare realmente di uso antico e s’incontra in scritti di lingua greca col significato proprio di impero, composta con le due radicali di autos e di arkò, arké. Attualmente il vocabolo à stato ravvivato e rinverdito e, fra i varii concetti di comando, dominio, signoria, magistratura, governo, esprimibili con arké, nulla vieta che venga riannodato e ristretto a questo ultimo il significato della parola autarchia col senso di specifica funzione di governo e di amministrazione, in cui, del resto, è insita precisamente l’idea dell’esercizio di facoltà e diritti d’impero»…
«Senonché la chiarezza di queste nozioni elementari venne oscurata e turbata da un curioso equivoco, che il Costanzi già ebbe a rilevare, ossia dall’impiego inesatto della parola autarchia per trascrivere una parola etimologicamente diversa ed esprimente un ben diverso concetto, la famosa autarkeia della filosofia greca; avendosi qui non il k (aspirato) ma il k (tenue), non vi à dubbio alcuno che la corretta grafia latina, e conseguentemente l’italiana, di autà keia sia autarcia e non autarchia, come non vi à dubbio che il suo significato sia sufficienza, bastevolezza».
Dopo accurata ed acuta discussione degli inconvenienti ai quali dà origine nella terminologia giuridica la contaminazione fra due diverse concezioni (governo, impero, amministrazione da una parte e sufficienza, bastevolezza a se stesso dall’altra parte), concezioni od «idee differenti e, per certi lati, opposte», espresse in greco con due parole e in italiano con una sola, il Brondi concludeva: «bene si à affermato ed à bene che si diffonda nell’uso il termine di autarchia col senso di autogoverno e di autoamministrazione, che, secondo la sua radice ark, legittimamente gli si confà; ma per la necessaria precisione di concetti à indispensabile che la parola e la nozione si tengano nettamente distinte dall’autarkeia che ha ben altra etimologia e appartiene a un ciclo di idee profondamente diverso; a questa auspicata chiarificazione si contribuirebbe decisamente, se il vocabolo autarkeia si rendesse in italiano addirittura con quello proprio di autarcia, abbandonando la vecchia, ma non giustificata, consuetudine».
Poiché, nel presente rinverdire dei sistemi economici di sufficienza o bastevolezza di un paese a se stesso, il medesimo equivoco si à esteso al campo economico, sembrerebbe opportuno distinguere, oltreché fra i due concetti, anche fra i due vocaboli, riservando quello di autarchia ad indicare l’idea del comando, dell’impero da parte dello stato o degli enti minori ai quali talune facoltà di impero furono delegate dallo stato, ed attribuendo a quello di autarcia il compito di segnalare la sufficienza o bastevolezza morale intellettuale economica o anche politica di un individuo, di un gruppo, di una nazione, bastevolezza consistente nella proprietà di bastare a se stesso, senza bisogno del conforto di altri individui o gruppi o nazioni.
Si avverta che il concetto di autarchia ripugna a quello di autarcia o bastevolezza; ché, bene nota il Brondi, l’ente autarchico locale (comune, provincia ecc.) non può per la sua indole propria bastare a se stesso, ma deve integrarsi con gli altri enti autarchici esistenti nello stato e da questo dipendere; né lo stato, quando non giunga ad abbracciare il mondo intiero, può esercitare l’impero da solo, ma deve coordinare la propria sovranità con quella, ugualmente suprema, degli altri stati.
L’uso invalso del vocabolo «autarchia» ad indicare il concetto di sufficienza economica deve perciò reputarsi errato, sicché sarebbe augurabile che a quel vocabolo si faccia in tempo a sostituire quello proprio di autarcia. In mancanza di precedenti, – il grande dizionario del Tommaseo non ricorda né autarchia né autarcia – pare lecito dedurre da autarcia l’aggettivo autarcico ed astrarre in autarcismo il concetto di un sistema autarcico.