Opera Omnia Luigi Einaudi

Benedetto Croce, ministro dell’istruzione, dà un esempio di scansamento di spese

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 26/11/1920

Benedetto Croce, ministro dell’istruzione, dà un esempio di scansamento di spese

«Corriere della Sera», 26 novembre 1920[1]

Cronache economiche e politiche di un trentennio (1893-1925), vol. V, Einaudi, Torino, 1961, pp. 923-924

 

 

 

Il Bollettino ufficiale del ministero della pubblica istruzione di solito non è una lettura divertente. Ma nell’ultimo numero capitatomi sotto gli occhi c’è una circolare del ministro Croce che è un vero capolavoro, e merita di essere riferita nella sua interezza:

 

 

«Mi viene riferito che agli ispettori dipendenti da questo ministero e residenti in Roma sia stata qualche volta corrisposta un’indennità giornaliera per servizi ispettivi compiuti nello stesso luogo di residenza, facendosi richiamo all’articolo 1 dell’ordinanza ministeriale 15 luglio 1919.

 

 

Debbo ritenere che tale notizia non sia esatta. Infatti il citato articolo contempla le diarie da corrispondersi ai funzionari ed agli insegnanti dipendenti dal ministero della pubblica istruzione, i quali vengono chiamati a prestare speciali servizi nel luogo di residenza. Ora per i funzionari ispettivi l’esercizio delle stesse funzioni ispettive rappresenta evidentemente l’espletamento del loro servizio normale ed ordinario, e non già un servizio speciale, altrimenti si dovrebbe ritenere che gl’ispettori percepiscano lo stipendio, che rappresenta il compenso della prestazione d’opera ordinaria e normale di ogni pubblico funzionario, senza alcun obbligo di lavoro. L’assurdità di tale conseguenza pratica dimostra l’erroneità assoluta di considerare e compensare come servizio speciale l’espletamento di singoli incarichi d’ispezione, che avvengono nel luogo di residenza.

 

 

Pertanto, rimane con la presente tassativamente chiarito che ai funzionari ispettivi non spetta alcun compenso straordinario per i servizi d’ispezione compiuti nel luogo di residenza.

 

 

Mentre prego le SS. LL. di fornirmi sollecite assicurazioni in tal senso, attendo che entro il termine di giorni 15 mi sia comunicato l’elenco preciso delle diarie che, in contrasto con la chiara lettera e col non equivoco significato logico della disposizione contenuta nel ripetuto articolo 1 dell’ordinanza del 15 luglio 1919 fossero state eventualmente liquidate a favore dei singoli funzionari ispettivi dipendenti, e dispongo che sia intanto sospesa ogni liquidazione di tali diarie che si trovasse ad essere in corso».

 

 

Non ho l’abitudine di lodare i ministri; ma non so trattenermi dal dir bravo! al Croce sia per la cosa in se, sia per il tono garbatamente ironico della sua circolare. Tanto più che mi viene detto essere l’attività del ministro dell’istruzione – filosofo, ma intenditore di cose urgenti meglio di tanti uomini cosidetti pratici – rivolta in parte ad un lavoro meritorio di sradicamento di piccoli abusi e di mangerie spicciole, le quali tutte insieme sono una delle maggiori cause delle disastrose condizioni del bilancio dello stato.

 

 

Così facessero tutti i ministri! Nessun tempo sarebbe meglio consumato dell’ora o due che essi con pazienza dedicassero ogni giorno a rivedere le faccende minuscole dei loro ministeri. Quante cose grandiose si potrebbero fare, che non si fanno perché i quattrini se ne vanno in false spese della specie di quella scoperta dal Croce. In Italia, le accademie scientifiche, senza il cui aiuto non si pubblica nessuna memoria di carattere puramente astratto, i laboratori universitari, le biblioteche generali e speciali sono assolutamente in secco ed intanto nascono le diarie per ispezioni fatte sul posto! I libri non parlano, ma i diaristi sì. E notisi che almeno qui l’ispettore ha dovuto uscir d’ufficio per ispezionare. A Roma, in un ministero, usavasi e forse si usa ancora pagare ad altri ispettori la trasferta di viaggio, perché nel medesimo palazzo ministeriale dovevano scendere da una scala nel cortile e risalire su per un’altra scala.

 

 

Frattanto, in così gran carestia di alloggi, il ministero dell’industria non ha saputo far nulla di meglio che affittare, pagando un canone di 3.000 lire mensili, un grande appartamento, sottratto all’abitazione privata, per allogarvi quell’inutilissima cosa che è l’ufficio prezzi. Come gli auguri romani, gli impiegati che vi sono addetti devono ridere bene della dabbenaggine dei contribuenti i quali pagano fior d’imposte affinché essi possano riscuotere lo stipendio e il padron di casa incassare un fitto, col pretesto di far ribassare i prezzi per mezzo di inchieste e studi senza fine e cartellini appiccicati alle merci esposte in vendita nelle vetrine dei negozi.

 

 



[1] Con il titolo Un esempio imitabile di scansamento di spese [ndr].

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