Opera Omnia Luigi Einaudi

Cronaca economico-finanziaria

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 15/05/1899

Cronaca economico-finanziaria

«La Riforma Sociale», 15 settembre 1899, pp. 929-932

 

 

 

II processo Dreyfus — La questione del Transvaal — La situazione monetaria in America, Germania, Bussia ed Inghilterra — La buona situazione della Banca inglese — Un mese di aspettativa — Verso gli impieghi industriali.

 

 

Si può dire che il mese trascorso dalla metà d’agosto alla metà di settembre fu per le Borse un mese di aspettativa non sempre lieta e non sempre scevra di preoccupazioni vivissime.

Il che ha contribuito potentemente a dare al movimento finanziario un movimento incerto e indeciso. Le tendenze del mercato sia monetario che finanziario sarebbero state per sé stesse buone ; la speculazione sembrava dovesse nuovamente ravvivarsi imprimendo un novello ardore alle quotazioni; impedirono lo slancio gli avvenimenti politici, i quali non parvero preludiare alla pace sia interna che internazionale nei varii Stati europei. In Francia le lunghe ed emozionanti sedute del Consiglio di Guerra di Rennes, colle deposizioni e coi falsi dei Generali dello Stato Maggiore, le grottesche perizie di Bertillon, le energiche smentite degli addetti esteri e il tentato assassinio dell’avv. Labori, il rifiuto di sentire Panizzardi e Schwartzkoppen tennero ansiosa ed esagitata anche l’anima dei frequentatori delle Borse.

Vi si aggiunga l’assedio del forte di via Chabrol, le dimostrazioni sanguinose degli anarchici, i saccheggi delle chiese, la scoperta di una cospirazione nazionalista-legittimista e si avranno ragioni bastevoli per spiegare l’incertezza delle Borse sovratutto nell’ultima metà del mese di agosto.

Per il momento la sentenza del Consiglio di Rennes, vero capolavoro di illogicità giuridica, sembra che abbia calmato gli animi che pensano ed invocano una prossima grazia, che sarà forse pegno di pacificazione. E le Borse ne traggono argomento per aumentare leggermente la quota.

In Inghilterra continua ad agitarsi minacciosa la questione del Transwaal, la quale assume un carattere sempre più minaccioso per la pace. Dopo una lunga serie di proposte, di controproposte e di ritiri delle concessioni già fatte, siamo giunti al punto che il Ministro inglese delle Colonie ha diretto al Governo del Transwaal un ultimatum nel quale chiede la franchigia dopo cinque anni, il quarto dei voti nel Volksraad ai deputati minerari, e garanzie per la eguaglianza fra boeri e nitlanders. Nell’attesa che la questione di risolva, le Borse inglesi hanno sentito l’effetto deprimente della situazione politica minacciosa.

In Germania un incidente che pareva dovesse essere grave, quello del rigetto del progetto pel canale tra l’Elba ed il Reno, ha finito in una dichiarazione del Ministero che il progetto verrà ripresentato e in una tirata d’orecchi agli alti funzionari deputati alla Dieta prussiana che non si sono dimostrati ligi alla volontà dell’Imperatore-Re.

In Austria paiono rinfocolarsi le ire di razza ed in Italia nulla di nuovo interrompe il tranquillo stagno della vita politica.

Le condizioni del mercato monetario sono alquanto migliorate in questi mese, dimodoché non si è verificata alcuna variazione in aumento nel saggio dello sconto di nessuna delle grandi Banche di emissione europee.

In America la situazione è calma in modo che non si prevedono straordinari movimenti di oro attraverso all’Atlantico. Già si fanno negli Stati Uniti le prime avvisaglie della lotta elettorale dell’anno venturo; ma è certo che nessuno dei grandi partiti rimetterà sul tappeto, come questione pratica, la libera coniazione dell’argento. Anzi un congresso di banchieri ha proposto la adozione del tipo monometallico aureo, il che prova, che sotto questo rispetto possiamo rimanere tranquilli.

In Europa i due mercati in cui si manifesta più viva la scarsità di denaro sono la Germania e la Russia. A Berlino la Banca dell’Impero non ha annientato il saggio dello sconto in questo arrese oltre al 5% al qual punto esso era già stato rialzato; ma la sua situazione è ancora peggiorata, come è evidente dalla diminuzione nella riserva metallica e dal corrispondente aumento nella circolazione di circa 30 milioni di marchi. Inoltre la Banca di Germania ha dovuto cedere una parte del suo oro in Inghilterra, la quale da qualche tempo sta attraendo il metallo dal continente.

Così pure in Russia è grande la, strettezza del denaro, per il notevole sviluppo ielle industrie e dei commerci a cui è venuto a mancare l’alimento del capitale occidentale attratto dalle industrie sorgenti dell’elettricità, ecc. e dalle grandi e lontane intraprese coloniali.

Ma tolti questi mercati si può lire che la situazione è buona nei mercati monetari. Sovratutto in Inghilterra. Alla Banca affluisce non solo l’oro dell’estero, ma anche quello che s’era diffuso nelle campagne, e che ora, cessati i bisogni, fa ritorno a Londra.

È notevole il fatto che la riserva totale della Banca d’Inghilterra è appena inferiore di mezzo milione di lire sterline a quella dell’anno passato mentre la sua proporzione agli impegni è alquanto più alta. La quantità di oro è la stessa che nell’agosto 1898 ed è al più alto livello raggiunto in quest’anno. Malgrado ciò i saggi ufficiali e di mercato dello sconto sono l’un per cento più a ti dell’anno scorso, il che indica che se un aumento ci sarà nell’autunno, questo avverrà meno bruscamente che nell’ottobre scorso quando Io sconto fu portato d’un tratto al 4 per cento. Nella cronaca precedente avevamo lasciato il prezzo del denaro per i prestiti giornalieri al saggio del 2½-3½ %; ora è sceso all’1¾ -2%. Le cambiali a 60 giorni si scontavano al 3% al qual punto rimangono; le cambiali a sei mesi costavano il 3¾ mentre ora si hanno al 3½. La riserva è ora di 24.347.000 lire sterline. La proporzione della riserva agli impegni che era un mese fa del 44 °/9 ora è salita fino al 51½%, segno abbastanza rassicurante.

Gli avvenimenti politici inquietanti da un lato e le migliorate condizioni del mercato monetario dall’altro hanno fatto sì che il mercato dei titoli si trovasse in condizioni, come abbiamo già detto, di grande incertezza fra le opposte forze tendenti al rialzo ed al ribasso.

E questa incertezza si è riverberata nel diverso andamento dei corsi dei valori sulle varie piazze europee, come si vede dal solito specchietto:

Borsa di Parigi

Agosto 12

19

26

Sett. 2

9

13

3 % perpetuo franc.

90.77

100.00

100.00

100.67

100.70

100.92

3½%

102.00

102.00

101.95

102.57

102.30

102.52

Italiano

92.50

92.45

92.15

92.40

92.35

92.05

Esteriore Spagnuola

61.12

60.10

59.65

61.37

60.55

61.40

Portoghese

23.35

24.60

23.80

24.25

Russo

89.70

89.97

89.60

89.95

90.00

90.55

Turco

25.25

23.32

23.17

23.25

23.17

22.90 ex

Borsa di Londra.

8

Consolidato inglese

105 13/16

106 4/16

106 1/16

105 3/16

104 5/8

105 3/16

Borsa di Berlino

Cons. pruss. 3½%

99.50

99.70

99.10

99.20

98.50

98.30

Rend. italiana (fine mese) 93.20

93.10

92.75

92.93

92.40

93.20

Borsa di Vienna

Rend. austriaca oro

118.60

118.30

117.60

118.10

118.00

Rend. austr. Carta

100.15

100.20

100.30

100.15

100,05

Il consolidato inglese è stato debole assai, specialmente nella prima metà di settembre. Non è mestieri ricordare la cagione della sua debolezza, che è la vertenza col Transvaal. Furono molto deboli e non solo alla Borsa di Londra, ma anche a quella di Parigi tutti i valori minerari, tantoché alcuni consigliano di comprarli, nella certezza che, se non scoppia la guerra, essi cresceranno notevolmente di valore. Ma se la guerra scoppia si avvererà il contrario. Per riverbero furono deboli a Londra tutti i valori minerari, anche quelli dell’America, dell’Australia e della Spagna.

La Borsa di Berlino, dove non accaddero avvenimenti politici di grandissima importanza, palesò anch’essa una notevole debolezza, specie per quanto si riferisce ai consolidati prussiani. Egli è che la Germania, come avemmo già occasione di ricordare parecchie volte, si trova in balia di una gran ristrettezza monetaria di fronte ai bisogni ognora crescenti della sua industria e dei suoi commerci espandentisi ogni di più all’estero. È naturale quindi che i detentori di titoli di Stato, sia prussiani, sia italiani, li vendano per investire il ricavato in imprese feconde di un reddito più cospicuo, quantunque meno sicuro. I Tedeschi sono anzi i pionieri di quella tendenza che si va verificando attualmente ad abbandonare i titoli di pieno riposo, da padre di famiglia, per accorrere verso i titoli industriali, commerciali e bancari più aleatori, ma anche più lucrosi. E questa una tendenza che si attua sempre nei periodi di rinnovata prosperità economica, lungo la curva ascendente dei cicli economici. Noi ci ritroviamo in uno di questi periodi; ed è naturale quindi che i titoli di Stato, fra cui anche l’italiano, abbiano ad essere alquanto negletti e siano oggetto di vendite numerose a prezzi necessariamente ridotti.

 

 

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