Opera Omnia Luigi Einaudi

Cronaca economico-finanziaria

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 15/10/1899

Cronaca economico-finanziaria

«La Riforma Sociale», 15 ottobre 1899, pp. 1029-1032

 

 

 

La guerra del Transvaal — L’atteggiamento delle Borse — Le difficoltà monetarie — Il rialzo dello sconto — I mercati finanziari — Il panico nelle Borse italiane.

Il mese decorso, dalla metà di settembre alla metà di ottobre, fu, nella sua prima metà, di aspettativa, e nella seconda metà di decisione e di azione rapida e precipitosa.

Nella seconda quindicina di settembre le Borse non hanno avuto un atteggiamento deciso e spiccato in vista degli avvenimenti che si stavano preparando e che si credeva potessero esercitare una grande influenza sul mercato finanziario e monetario. Come durante il processo di Rennes le Borse avevano tenuto un contegno ai osservazione e di aspettativa, cosi fu anche un contegno di osservazione e di aspettativa quello che fu tenuto dalle Borse nei giorni in cui stava per avere una soluzione la domanda ansiosa: Scoppierà sì o no la guerra fra l’Inghilterra ed il Transvaal ?

Per sé stessa la guerra col Transvaal non avrebbe dovuto rivestire una importanza eccezionale pel mondo finanziario. Si trattava infatti di una piccola guerra combattuta in un paese lontano e della quale non sembra dubbio il risultato colla vittoria dell’Inghilterra sui Boeri.

Ma bisogna riflettere, d’altro canto, che non è questa una delle solite guerre coloniali, combattute da un potere civile contro i barbari; ma è una guerra fra due popoli civili, l’uno dei quali combatte per l’idea della sua espansione coloniale ed imperiale, mentre l’altro lotta per la sua indipendenza.

Ciò fa ritenere che la guerra debba essere più lunga ed accanita di quanto non sembri, e la supposizione è confermata dall’aumentare progressivo, da 25 a 50 a 75 mila del numero degli uomini che i generali inglesi ritengono necessario per vincere il Transvaal.

Per le Borse questo è l’indizio che la guerra richiederà l’impiego di forti capitali, e questo ha bastato per esercitare, nella prima quindicina di ottobre, una influenza notevole sul mercato finanziario e monetario.

In questa quindicina l’influenza della guerra sud-africana non fu più elisa né in tutto né in parte da altri eventi i quali agissero in senso opposto. Così fu che le Borse, in preda ai timori ed alle preoccupazioni della lotta, si dimostrarono debolissime e con tendenza al ribasso, malgrado che la guerra fosse lontana.

L’impressione più viva si ebbe quando la guerra nella prima settimana di ottobre sembrò decisa ; dopo, quando il Transvaal inviò l’ultimatum al Governo inglese ed incominciarono davvero le prime ostilità, le Borse presero nuovamente un atteggiamento d’aspettativa, quasi volessero aspettare la prima battaglia per decidersi ad una campagna al rialzo od al ribasso.

All’infuori della guerra si ebbero altri avvenimenti minori, come la crisi del Ministero spagnuolo, coll’uscita del generale Polavieja, e le dimissioni del Gabinetto austriaco, colla ricostituzione del Gabinetto di affari Clary, destinato forse a risolvere l’irta e complessa questione dell’Ausgleichung austro-ungherese.

 

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Il mercato monetario che in questo mese presentò gli avvenimenti più notevoli fu il mercato inglese.

Era naturale che le previsioni di grandi spese da farsi dallo Stato inglese per la guerra transvaaliana fossero scontate sul mercato monetario di Londra, di cui uno dei principali duci, il barone Rothschild, si è assunta la fornitura dei fondi metallici occorrenti all’impresa.

Il mercato di Londra ha dovuto quindi subire un restringimento monetario eccezionale, in una stagione in cui di solito sono massime in tutti gli anni le difficoltà monetarie.

Sembrava quindi evidente che questo fatto dovesse indurre i direttori della Banca d’Inghilterra ad aumentare il saggio ufficiale dello sconto al disopra, del 3½%, ed a propagare così in tutte le altre piazze europee un movimento novello al rialzo nel prezzo del denaro, al quale le Borse erano dispostissime.

Cosi fu infatti. II giorno 3 la Banca d’Inghilterra elevava lo sconto dal 3½  al 4½% ed il giorno 5 lo rialzava ancora dal 4½ al 5½ %. Lo stesso giorno 5 la Banca dell’Impero germanico elevava lo sconto dal 5 al 6% e l’interesse sulle anticipazioni al 7%.

E per riflesso la Banca austro-ungarica elevava lo sconto medesimo dell’uno per cento, ossia dal 5 al 6%. In seguito anche la Banca del Belgio rialzò lo sconto al 6%.

I motivi del rialzo sono essenzialmente inglesi. In una stagione in cui di solito le difficoltà monetarie sono massime, erano sopraggiunti nuovi eventi a renderle ancora più sensibili. La Banca in passato aveva cercato di temporeggiare per non lasciar credere che la situazione politica fosse veramente disperata, ed anche per non influenzare il mercato in un momento in cui il tesoro si rivolgeva al esso per la emissione di buoni sui quali dovette, non pertanto, pagare un interesse del 3½ ed anche più per cento.

Oltre all’efflusso di metallo e di biglietti in relazione ai bisogni normali trimestrali e mensili, vi è stato un forte ritiro d’oro per esportazione; cosicché la riserva totale è diminuita da 24.347.000 a 21.113.000 lire sterline, e la proporzione della riserva agli incassi è scemata del pari da un massimo di 52⅛% ad un minimo del 40¼%. È questa una fortissima diminuzione, quale da parecchio tempo non era stata ricordata. Lo sconto libero è anch’esso aumentato in corrispondenza all’aumento dello sconto ufficiale.

I prestiti giornalieri si hanno al 4½, 5%. I prestiti per periodi brevi si concedono al 4¼, 4½%. Le cambiali a due mesi sono scontate al 5%; quelle a tre mesi al 5½%; quelle a quattro mesi al 5¼; e quelle a sei mesi al 5%.

Se l’aumento dello sconto si è propagato dall’Inghilterra alla Germania ed all’Austria, non si è esteso anche alla Banca di Francia.

Del resto la politica della Banca di Francia è di tenere moderato lo sconto ricorrendo invece, per difendere lo stock metallico dell’Istituto, al premio sull’oro.

*

* *

Gli avvenimenti politici e le difficoltà monetarie hanno fatto sì che il mercato finanziario delle grandi piazze estere si trovasse in balìa ad una debolezza estrema.

E questa debolezza si è riverberata sull’andamento al ribasso delle quotazioni, come si vede dal seguente specchietto:

Borsa di Parigi.

Settembre 16

28

30

Ottobre 7

14

3% perpetuo franc.

101.25

100.77

100.85

100.52

100.30

3½%

102.75

102.85

102.65

102 67

102.32

Italiano

92.90

93.00

92.70

91.90

91.40

Esteriore Spagnuola

61.10

62.35

62.55

61.82

60.75

Portoghese

24.10

24.20

24.00

24.32

24.80

Russo

90.85

90.15

88.80 ex

87.00

Turco

22.65

22.40

22.12

21.95

Borsa di Londra.

Consolid. inglese 23/4%

104 7/8

104 9/16

103 15/16

103 1/2

103 15/16

Borsa di Berlino.

Cons. pruss. 3½%

98.10

98.10

97.70

97.95

97.90

Rend. italiana (fine mese)

92.90

92.90

92.50

91.70

91.70

Borsa di Vienna.

Rend. austriaca oro

117.90

117.85

117.90

117.30

116.20

Rend. austr. carta

100.05

100.00

99.90

99.00

98.10

 

Sulla Borsa di Londra i consolidati inglesi 2¾% sono stati deboli assai, specialmente durante la seconda quindicina di settembre. Nella prima quindicina di ottobre il movimento al ribasso si arrestò ed avvenne quasi un irrigidimento nella quota. E la calma che si verifica quando le decisioni sono prese.

Alla Borsa di Parigi la tendenza al ribasso è stata più accentuata. Dal 16 settembre al 14 ottobre il 3% perpetuo francese cadde da 101.25 a 100.30 ex di 75 centesimi; ed il 3½% da 102.75 a 102.32. Il ribasso qui fu leggero, mentre invece per l’italiano si precipitò di un punto e mezzo, da 92.90 a 91.40.

L’esteriore spagnuola ebbe oscillazioni in senso inverso; prima in aumento, fino a 62.55, quando la risoluzione della crisi del Ministero spagnuolo parve dovesse assodare alquanto le finanze di quello Stato, e quindi in ribasso fino a 60.75 col peggiorare della situazione finanziaria internazionale.

Il Portoghese fermo al disopra di 24, e fermo perché a poco a poco si dileguano i timori sollevati dalla peste.

Come al solito le Borse di Berlino e di Vienna sono insignificanti per noi. Esse seguono le tendenze delle due Borse maggiori, di Parigi e di Londra.

 

 

*

* *

Anche noi seguiamo pedissequamente l’indirizzo parigino; e le quotazioni delle nostre Borse sono quasi un riverbero delle quotazioni parigine e londinesi ; non tanto però che talvolta le nostre Borse non abbiano una fisionomia loro propria, la quale però si esplica in senso di ribassi improvvisi provocati dalla speculazione.

Ecco le quotazioni descritte nel solito specchietto

Settembre 16 23 30 Ottobre 7 12

14

Rendita italiana

99.725

99.65

99.425

98.85

98.25

98.65

Azioni Banca Italia

974

966

965

950-3

909

929

Azioni Ferr. merid.

731.50

727.50

728.50

716-7

701

711

Azioni Ferr. mediterr.

559

556

557

550

534

543

Banca Commerciale

725

725

727.50

711

675

693-4

Credito Italiano

651

645

647

622

577

598

Banco Sconto

237

236

236

22S

203

211

Cambio Francia

107.325

107.375

107.325

107.55

107.30

. 107.40

 

Non vi è nulla di speciale da osservare se non per quanto si riferisce all’improvviso declinare della quota nel giorno di giovedì 12 ottobre.

Il ribasso fu notevolissimo e disastroso per molti, sovratutto nei vaioli industriali e bancari.

Le ragioni sono molteplici, occasionali le une e casuali le altre. Occasione del ribasso fu una circolare inviata dal direttore della Banca d’Italia, nella quale si consigliava ai direttori di sede di restringere le anticipazioni ed i riparti gradatamente e con circospezione. La circolare fu compresa male da un direttore di sede, il quale ritenne che si dovessero senz’altro liquidare subito tutte le operazioni di riporto, ed avverti in conformità i negoziatori.

Di qui un panico improvviso e fortissimo che si propagò subito a tutte le Borse e che si accrebbe alla notizia del rialzo dello sconto ufficiale di Banca al 5½, od al 6%.

Chiarita la cosa, ritornò la calma; ma rimasero le cagioni vere della tendenza ribassista, ossia la scarsezza del denaro e la esagerazione colla quale si erano spinte ad un’altezza eccessiva le quotazioni dei valori bancari ed industriali.

Un po’ di bucato forse contribuirà a rendere pia facile in seguito un sano movimento di ripresa.

 

 

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