Opera Omnia Luigi Einaudi

Cronaca economico-finanziaria

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 15/08/1899

Cronaca economico-finanziaria

«La Riforma Sociale», 15 agosto 1899, pp. 828-832

 

Gli avvenimenti politici ed i mercati — La situazione in Ispagna e nel Belgio e il dissidio dell’Inghilterra col Transvaal — Il mercato monetario; il restringimento del danaro e l’aumento di sconto in Inghilterra, in Germania ed in Italia — I mercati finanziari: il ribasso del consolidato inglese, dell’esteriore spagnuola e della rendita italiana — Il mercato italiano.

La situazione internazionale e la situazione interna di varii paesi hanno dato in questo mese motivo a qualche preoccupazione abbastanza grave e fondata per essere seriamente risentita dai mercati finanziari. In Francia, nel Belgio, in Ispagna ed in Italia i partiti, irreconciliabilmente scissi in questioni che toccano profondamente la vita politica ed economica del Paese, sono stati in aspra lotta fra di loro, e il dissidio è degenerato in violenza, e la violenza s’è manifestata nelle aule parlamentari e nelle piazze.

Solo con la chiusura del Parlamento in Francia ed in Italia e con l’accomodamento intervenuto nel Belgio mediante il rinvio del progetto di riforma elettorale, si sono dissipati i timori ed evitati pericoli cui, nelle condizioni presenti, i mercati finanziari non potevano rimanere, e non erano rimasti, impassibili. Ma non per ciò è sparita dai mercati ogni cagione di preoccupazione, poiché essi — a parte le condizioni monetarie di cui ora diremo — son rimasti scossi in due parti vitali: il ramo minerario per la contesa fra l’Inghilterra e il Transvaal, e il ramo dei fondi di Stato, turbato dalle incertezze circa la rendita spagnuola.

Le notizie intorno al Transvaal hanno prodotto su tutti i mercati, e sull’inglese specialmente, un’altalena di timori e di speranze che si è tradotta nelle rapide oscillazioni dei valori. Le proposte inglesi per una maggior indipendenza politica e finanziaria degli nitlanders non sono state integralmente accettate dal Parlamento del Transvaal, e viceversa le deliberazioni di questo, che pur qualcosa concedevano, non sono state trovate sufficienti dal Governo inglese. Onde un conflitto fra l’Inghilterra e la Repubblica sud-africana, rimasto ancora nei confini dell’opera diplomatica, ma pur tuttavia accompagnato da minaccie, da discorsi bellicosi, da concentramento di truppe, e via dicendo; tutte cose le quali fanno temere che l’Inghilterra sia decisa ad una guerra ove le sue domande non siano accolte.

Ciò ha naturalmente prodotto qualche emozione sul mercato inglese sul quale tanti sono gli interessi dipendenti dai valori minerari, emozione propagatasi anche ad altri mercati pei vincoli che legano insieme i maggiori centri della finanza.

E mentre da Londra si diffondeva il turbamento prodotto da tale cagione, Parigi era inquieto — e questa inquietudine comunicava agli altri mercati — per le cose di Spagna, dove le difficoltà finanziarie si mescono alle difficoltà politiche. I provvedimenti, infatti, escogitati dal Ministro delle finanze sono stati cagione di grandi disordini nelle principali città, senza aver la virtù d’infondere la fiducia ai creditori della Spagna, onde il tracollo dell’esteriore spagnuola e dei valori ad essa collegati, e la conseguente debolezza di tutto il mercato dei fondi di Stato.

Le condizioni monetarie hanno contribuito insieme con le politiche ad affievolire le buone disposizioni dei mercati finanziari. Se nella seconda metà di giugno il danaro è rimasto all’incirca allo stesso prezzo del mese precedente, l’avvicinarsi della fine del mese coincidente con la chiusura, del semestre, ha ristretto ad un tratto le disponibilità, cagionando un aumento del prezzi ilei danaro, il quale non è scomparso neppur quando, assestati i conti, si credeva che dovesse risultarne una più facile situazione.

Nella penultima settimana di giugno la Banca dell’Impero tedesco ha nuovamente mutato il saggio dello sconto elevandolo da 4 a 4½ %, ed alla cifra ufficiale s’è per qualche tempo mantenuto anche il saggio del mercato libero. La Banca d’Inghilterra non ha allora per allora seguito l’esempio dell’istituto tedesco, ma, dopo aver invano cercato di rinforzare la sua riserva, ha dovuto anch’essa, al 13 di giugno, aumentare d’un mezzo punto il suo saggio portandolo a 3½%.

 

 

Non bastando il mercato libero a soddisfare tutte le richieste provocate dalla chiusura del semestre, la Banca d’Inghilterra dovette sopperire essa ai maggiori bisogni anticipando somme al saggio del 3%.Si credeva che, assestati i conti, la quantità di danaro che sarebbe venuta a riversarsi sul mercato per effetto del pagamento d’interessi, cedole, ecc., avrebbe rinforzate le disponibilità monetarie permettendo la restituzione alla Banca delle somme da essa prete prestito e il ritorno del prezzo del danaro alle cifre normali. Ma questo allargarsi delle disponibilità non s’avverò, onde si dovettero fare con la Banca rinnovazioni al 3½ ed al 4%, e questa, considerata la pressione che su di essa veniva fatta, considerato che la proporzione della sua riserva era caduta a 37½%, considerato che un restringimento di danaro anche maggiore era previsto per l’autunno, dovette ricorrere al partito di elevare il suo saggio al 3½%, cifra cui anche sul mercato libero il prezzo del danaro era salito.

Le variazioni del prezzo del danaro sui varii mercati sono indicate dalla seguenti cifre che segnano il prezzo fuori banca :

 

 

Giugno 17

24

1° Luglio

8

15

Londra

2%

2 %

2%

2%

3½%

Parigi

2¾%

2¾%

2%

2¾%

2¾%

Berlino

4

4%

4

3%

New-York

 

2-2½

3¼-4

2-2½

3-3¾

5-6

3-3¾

3-4

3-3¾

3-3½

3½-4

 

 

Colpiti molti dei fondi di Stato dalle perturbazioni politiche dei rispetti paesi, colpito il gruppo minerario dal dissidio dell’Inghilterra col Transvaal, colpiti un po’ tutti i valori dalla minor facilità del danaro, i mercati finanziali si sono naturalmente a poco a poco indeboliti. E questa debolezza è apparsa anche maggiore nei periodi di liquidazione perché tutte quelle circostanze prese insieme e l’incalzare della stagione estiva, poco propizia agli affari, hanno indotto gli operatori ad alleggerirsi degli impegni ond’erano gravati ed a non assumerne dei nuovi, onde una generale tendenza ai realizzi manifestatasi nel generale ribasso della quota.

Nessun mercato s’è sottratto a questo comune andamento, ma chi più, chi meno intensamente v’è stato soggetto.

Borsa di Parigi

Giugno 17

24

1° Luglio

8

15

3% perpetuo franc.

101.30 ex

101.00

101.05

101.27

101.27

3½%

102.67

102.20

102.65

102.60

102.02

italiano

96.15

95.70

95.75

93.55

93.10

Esteriore Spagnuola

94,10

63.35

62.25

60.70 ex

58.70

Russo

92.00

91.15

91.00

90.50 ex

89.70

Turco

23.10

22.85

23.05

23.10

22.90

 

 

Borsa di Londra.

Consolidato inglese

108 11/16

107 7/8

107 11/16

107 3/16

106½

Borsa di Berlino

Cons. pruss.3½%

99.40

100.25

100.00

100.10

100.00

Rend. italiana (fine mese)

95.10

94.70

94.80

94-60

94.25

Borsa di Vienna

Rend. austriaca oro

119.50

119.50

119.35

119.30

119.30

Rend. austr. carta

100.10

100.00

100.15

100.30

100.60

Benché questo sensibile indebolimento sia comune a tutti i valori, vanno però rilevati alcuni fra questi, il cui ribasso o è più forte o è più straordinario.

E innanzi a tutti va messo il consolidato inglese, il quale s’è dipartito dalle oscillazioni di pochi sedicesimi, fra le quali normalmente si mantiene, per perdere due punti il mese precedente e due altri in questo di cui ora discorriamo, ond’è in poco tempo caduto da circa 112 a poco più di 106. Le cause di questo notevole ribasso sono molteplici. Il caro prezzo del danaro n’è indubbiamente la prima e più efficace, perché il consolidato inglese suole appunto seguire nei suoi movimenti le variazioni del mercato monetario. Ma v’hanno pure influenza altre ragioni più speciali: una d’indole politica, che è il timore d’una rottura col Transwaal che porterebbe non piccole spese all’Inghilterra, e due più strettamente attinenti alla consistenza di questo fondo di Stato. La prima è che. fra i provvedimenti escogitati per far fronte al deficit rivelatosi in quest’anno nel bilancio inglese, v’è pur quello della sospensione della quota d’ammortamento del consolidato; e l’altra è che nel 1903 l’interesse portato dal consolidato si ridurrà automaticamente da 2¾ a 2½%, onde il capitale si va ritraendo alquanto da questo titolo per investirsi in quelli di più alto rendimento che la smania speculatrice di quest’anno ha portato in auge sui mercati.

Notevole e pure il ribasso della rendita spagnuola, ma di questo non occorre dare una lunga spiegazione. Difficoltà politiche e difficoltà finanziarie rendono ogni giorno più intricata la situazione della Spagna, onde non è a meravigliare se gli operatori cominciano a ritirarsi alquanto da questo titolo, nonostante il suo basso prezzo e se la speculazione ribassista si avvalga di queste condizioni per assalirlo.

E d’un certo rilievo è pure la perdita subita della rendita italiana, dovuta aite condizioni generali del mercato ed alla estrema mobilità del nostro titolo sui mercati esteri.

Date queste disposizioni dei mercati esteri, s’intende facilmente come il mercato italiano, che da essi suol avere la spinta e che ad essi suole guardare per orientarsi, sia riuscito marcatamente debole, non ostante che non mancassero qua e là velleità di rialzo e di sostegno.

Inaspritosi anche su di esso il prezzo del danaro, essendo stato portato a 4% il saggio di favore degli istituti d’emissione, e riusciti cari i riporti nella liquidazione della fin di giugno — toccò 50 centesimi quello per la rendita — il mercato italiano s’è sentito venir meno anche quell’elemento che meglio gli permetteva di perseverare nella speculazione al rialzo; la straordinaria facilità del danaro.

Giugno 11

24

Luglio 1°

8

15

Rendita italiana

102.80

102.50

102.70 ex

100.62

100.25

Azioni Banca Italia

1000

1003

1031

1012

1002

Azioni Ferr. merid.

780

780

761 ex

752

739

Azioni Ferr. mediterr.

602

600

587 ex

570

571

Cambio Francia

107.15

107.32

101.07

107.20

107.32

Il ribasso è stato generale per tutti i valori, e più intenso per quelli sui quali con maggior lena s’era per l’addietro esercitata la speculazione rialzista; ed a produrlo han concorso, come abbiam detto, cause generali a tutti i mercati e cause proprie dell’italiano; difficoltà ingenerate dal caro prezzo del danaro e inattività portata dall’entrare della stagione estiva.

Il cambio non ha abbandonato il corso di 107; e, dopo qualche mitigamento, mostra disposizione a risalire.

 

J.

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