Opera Omnia Luigi Einaudi

Il cambio della moneta

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 25/06/1945

Il cambio della moneta

«Risorgimento liberale», 25 giugno 1945

 

 

 

Intorno al contenuto del cambio dei biglietti francesi corrono nel pubblico talune interpretazioni le quali non sono giustificate dalla conoscenza delle disposizioni dei decreti recentemente emanati a Parigi.

 

 

Taluni, apprendendo che nei casi in cui il cambio è ammesso, i presentatori ricevono soltanto 6000 franchi per ogni capo famiglia e 3000 franchi per ciascuno degli altri membri della famiglia, ne hanno dedotto che la Francia voglia ripetere l’esperienza del Belgio e si riservi perciò di falcidiare il restante dei biglietti presentati, sia con un prestito obbligatorio, sia con una imposta straordinaria.

 

 

Occorre a questo riguardo ricordare che il ministro delle finanze Pleven ha nuovamente confermato il proposito del governo francese di effettuare il cambio al cento per cento. Non si può perciò mettere in dubbio che nessuna trattenuta sarà in definitiva operata sui biglietti. Chi ha presentato un biglietto vecchio di cento franchi riceverà un biglietto nuovo di cento franchi.

 

 

Le modalità provvisorie del cambio che oggi si fa hanno diverse spiegazioni:

 

 

1)    La provvista immediata di una massa così colossale di biglietti nuovi quanti occorrerebbero per cambiare subito 580 miliardi di franchi di biglietti vecchi è estremamente difficile. Bisognerebbe avere in pronto almeno 700 miliardi, forse anche più, per essere sicuri di avere una provvista sufficiente ad effettuare il cambio immediato in tutti i luoghi, dove il cambio è in atto. Non sapendosi a priori dove i biglietti saranno presentati e in quale quantità, occorrerebbe avere su ogni piazza una provvista di biglietti nuovi in eccedenza alle effettive quantità presentate.

 

 

Oggi, date le difficoltà a trovar carta, e carta buona, inchiostri, macchine da stampa, il costo di fabbricazione dei biglietti è altissimo. Si capisce che, ad evitare inutili spese, si cominci a fare il cambio parziale, riservandosi di completarlo poscia a ragion veduta e senza sprechi inutili.

 

 

2)    Il governo francese spera di non dover cambiare tutti i 580 miliardi di franchi di biglietti emessi. Molti biglietti saranno stati perduti, bruciati, distrutti per fatto di guerra. Molti sono in mano di tedeschi e di altri stranieri; e questi biglietti sono stati esclusi dal cambio. Taluni stranieri, come gli italiani, reputano fondatamente di essere esclusi senza ragione. Frattanto si discuterà. Se il governo francese dovesse cambiare solo 500 miliardi, perché stamparne subito tanti di più?

 

3)    Finalmente, non si può negare che i biglietti siano una parte della fortuna del patrimonio dei cittadini. Se il governo francese vorrà mettere in avvenire una imposta straordinaria sul patrimonio, non potrà ignorare la parte della fortuna consistente in biglietti. Tizio ha una casetta ed un fonderello del valore di 100.000 franchi, e sarà chiamato a pagare. Poco, perché possiede poco. Pagherà in proporzione della sua ricchezza. Caio ha anche lui 100 mila lire; ma in biglietti. Perché non dovrebbe pagare?

 

 

Sempronio ha un patrimonio di 10 o di 100 milioni in terre e case. Pagherà parecchio e molto. Perché non dovrebbe pagare nella stessa proporzione chi ha tenuto i 10 od i 100 milioni in biglietti?

 

 

La difficoltà del far pagare nasce dal fatto che le terre e le case si vedono ed i biglietti non si vedono. Da qui la opportunità di prendere l’occasione del cambio dei biglietti vecchi per conoscere nome, cognome e domicilio dei presentatori. È una semplice notizia, non un pagamento di imposta. I biglietti saranno cambiati al cento per cento.

 

 

In seguito, i presentatori saranno chiamati a includere, nella dichiarazione del loro patrimonio complessivo, anche i biglietti. Non potranno dire di non possederne, perché, al momento del cambio, hanno dichiarato: Tizio di possederne 100.000 lire, Sempronio 10 milioni, Mevio 100 milioni. E ciascuno pagherà l’imposta dovuta, non in ragione dei biglietti, bensì in ragione del complessivo patrimonio posseduto.

 

 

Tizio, che possiede piccolo patrimonio, pagherà poco, Sempronio di più, Mevio assai. Sempre però, in rapporto all’insieme delle terre, case, titoli e biglietti, non su una parte sola di queste voci.

 

 

Si dirà: chi ha molti biglietti, li distribuirà fra parenti, amici, teste di legno nullatenenti ecc.; e così non figurerà di aver molti biglietti. Certamente, ciò potrà accadere; e al difetto non vi è rimedio. Si può dubitare tuttavia che questo tipo di frode fiscale si verifichi su vasta scala. Non è comodo dare i propri biglietti ad altri per farli presentare. C’è caso che il fiduciario si dimentichi di aver quei biglietti in semplice consegna e li tenga per sé. Trovar fiduciari non è d’altro canto facile; chi ha voglia di dichiarare pubblicamente di possedere molti biglietti altrui, col rischio di farsi perseguitare per tutta la vita dal procuratore alle imposte come possessore di un patrimonio inesistente?

 

 

Le considerazioni ora esposte si applicano oggi alla Francia; ma se altrove si dovesse fare il cambio dei biglietti, vi è grandissima probabilità che si applicherà piuttosto il sistema francese, che non quello belga, in virtù di cui si fece un taglio direttamente sui biglietti. Nel Belgio i risultati furono assai dubbi. I prezzi alla lunga non diminuirono e la inflazione ricominciò. Edotta dall’esempio, la Francia seguì la via classica: cambio al 100 per cento, e censimento dei presentatori allo scopo di tassare questi, insieme con tutti gli altri contribuenti, con un’imposta straordinaria sul patrimonio: la quale, come sempre accade in queste imposte, esenterà coloro che, nel complesso del loro patrimonio, inclusi i biglietti, possederanno un piccolissimo patrimonio, tasserà poco coloro che avranno patrimonio piccolo, dippiù coloro che lo avranno grande e molto quelli che lo avranno grandissimo. Non si pensa dunque in Francia a tassare i biglietti come tali; ma semplicemente a non dimenticarli nel conto il giorno in cui si dovrà calcolare il patrimonio complessivo dei

contribuenti.

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