Opera Omnia Luigi Einaudi

Le interpellanze sul regicidio si discuteranno oggi. Le impazienze della Camera. La situazione

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 26/11/1900

Le interpellanze sul regicidio si discuteranno oggi.

Le impazienze della Camera. La situazione

«La Stampa», 26 novembre 1900

 

 

 

La seduta d’oggi è stata notevole per più di un incidente, ma notevolissima per quello svoltosi in fine di seduta circa l’ordine dei lavori. Oramai la seduta volgeva al suo termine, quando, come rileverete dal resoconto della Camera l’on. Ferri propose che domani, lunedì, si discutessero le interpellanze sulla relazione del Governo al Re, cioè il programma politico del Governo.

 

 

A dire il vero, la proposta dell’on. Ferri è parsa a molti imparziali molto intempestiva: la Camera tiene seduta da pochissimi giorni, vi sono ancora tutti i bilanci da discutere, sovrasta la minaccia di un altro periodo di esercizio provvisorio: perciò i ben pensanti sono sempre stati dell’avviso che si dovessero moderare tutte le impazienze delle infeconde lotte parlamentari, e dare almeno il tempo al Governo di fare approvare tutti i bilanci prima del 31 dicembre, che non è molto lontano.

 

 

Allora le lotte parlamentari avrebbero potuto scatenarsi, se non con profitto del Paese, almeno con un ‘apparenza di serietà. Ma l’onorevole Ferri, benché socialista, e benché predicante ogni giorno sulla necessità di un lavoro serio e proficuo pel Paese, non ha saputo resistere all’impazienza generale, ed ha fatto formale proposta di iniziare domani una discussione politica sul programma del Governo. La proposta, per le ragioni dette, non era felice né rispondente agli interessi del Paese; ma peggiore fu quella dell’on. Saracco, quando, rispondendo all’on. Ferri, affermò che se si voleva ad ogni costo invertire l’ordine delle interpellanze, si doveva dare la precedenza a quelle che riguardano un luttuosissimo avvenimento. Nessuno può mettere in dubbio che il Paese presti il più vivo interesse a tutto quanto ha attinenza a quella sventura, ma il Paese sa e sente che le interpellanze su questo proposito serviranno a ben poco, e che non perciò la sventura sarà riparata o il dolore lenito.

 

 

Coi bilanci che premono, l’on. Saracco avrebbe dovuto avere il coraggio di insistere su quanto aveva saviamente proposto nella seduta di venerdì, che cioè si dovesse proseguire la discussione dei progetti di legge, e che il non discutere subito le interpellanze sul regicidio non significava mancare a verun suo dovere. Invece oggi, di fronte alla proposta Ferri, ha mutato il saggio parere, e non solo l’on. Saracco non insistette sulla proposta fatta nella seduta di venerdì, ma egli stesso affermò che le interpellanze sul regicidio avrebbero potuto essere discusse subito.

 

 

Avendo la Camera così deliberato, domani, lunedì, cominceranno le discussioni sulle cause e sulle responsabilità del disastro di Monza. A questo fatto luttuoso possono bensì legarsi alcuni problemi serii di pubblica sicurezza, ma non è chi non veda come si possa con facilità prendere i provvedimenti dettati dal triste caso, senza che vi sia bisogno di iniziare, proprio all’indomani dell’apertura della Camera, una discussione che non è destinata a conchiudere molto. Il Paese all’alba di un nuovo regno attendeva qualche cosa di più: le interpellanze sul regicidio si sarebbero poi svolte a suo tempo: ed è più che naturale e giusto che una sventura così grande abbia un eco al Parlamento: ma non bisognava essere e mostrarsi impazienti, perché l’impazienza non aggiunge nulla alla tragica severità dell’argomento.

 

 

Ci si vede troppo il dietro scena politico parlamentare e la volontà di cominciare le scaramucce: così, se alle discussioni dei bilanci erano presenti 27 deputati, potete essere certi che entro domani arriveranno dalle province moltissimi onorevoli, che vengono a presenziare la discussione sul regicidio. La quale non avrà una vera e grande importanza politica, perché gli stessi onorevoli Giolitti, Sonnino e Ferri furono d’accordo nel rinvio delle interpellanze sulla relazione del Ministero al Re; ma intanto si è ottenuto di intralciare la discussione dei bilanci, che continuerà innanzi ad una Camera deserta, nelle famose sedute mattutine.

 

 

Vi è qualche aspettativa per la seduta di domani, quantunque non si aspettino, salvo i casi imprevisti ed imprevedibili, molti incidenti. L’Estrema Sinistra ha interesse di astenersi dalla questione, tanto è vero che nessuno dei loro presentò interpellanze sul doloroso argomento; in secondo luogo perché i partiti costituzionali riconoscono concordi che sarebbe non giusto dare responsabilità al Governo, come sarebbe incresciosissimo spettacolo prolungare soverchiamente una discussione sul triste avvenimento: cosicché si crede generalmente che le interpellanze di domani si svolgeranno rapide, limitandosi probabilmente a non lunghe dichiarazioni e senza proposta di mozioni.

 

 

Ma il male della situazione sta nell’avere il Governo mostrato debolezza nel volere oggi quello che ieri disvoleva. Nelle incertezze attuali nulla di peggio per un Ministero che mostrasi senza una volontà ben ferma; e l’on. Saracco sarà costretto ben presto a lasciare discutere la sua relazione al Re. Generalmente si crede che questa discussione politica comincerà lunedì, 3 dicembre, ed occuperà molte sedute; è quasi certa la presentazione di una mozione per parte dell’Estrema Sinistra, con conseguente voto politico.

 

 

Il Ministero correrebbe cattive acque se non lo aiutassero le discordie dei capi-gruppo: anche oggi si è visto chiaramente che è desiderio nei capi di parte opposta di evitare per ora una battaglia, e di rimandarla a quando vi sarà una preparazione parlamentare più completa, e la discussione si potrà fare su tutto il programma del Governo, compreso quello finanziario, che si renderà noto certamente domenica, 2 dicembre.

 

 

Non è improbabile che convenienze di strategia parlamentare portino a dovere procrastinare anche a dopo le vacanze il vero voto politico: questa sarebbe almeno l’intenzione dei capi-gruppo; ma è difficile che la Camera li segua. Certo la maggiore forza del Ministero continua ad essere la paura nei diversi gruppi che della successione profitti piuttosto questo che quel

partito.

 

 

Ma non bisogna fare troppo a fidanza coi calcoli della farmacia di Montecitorio: il Governo ha mostrato anche oggi di non sapere essere forte: sono troppi i desiderii e le ambizioni perché tutti possano essere frenati.

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