Opera Omnia Luigi Einaudi

Quanto valevano le case di Messina e Reggio Calabria

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 13/01/1909

Quanto valevano le case di Messina e Reggio Calabria

«Corriere della sera», 13 gennaio 1909

 

 

 

Una domanda che si è sentita spesso fare di questi giorni è la seguente: quale valore avevano le case distrutte dal terremoto a Messina e Reggio Calabria? Se è difficile dare una risposta precisa, qualche apprezzabile stima si può fare prendendo a base i ruoli della imposta sui fabbricati, i quali fotografano di anno in anno nell’interesse fiscale la situazione edilizia dei singoli Comuni del Regno. Le relazioni del direttore generale delle imposte dirette ci danno i dati non per tutti i Comuni singolarmente considerati, ma solo per ogni provincia e per i capoluoghi di provincia; ma, pur con queste limitazioni, si tratta di cifre interessanti.

 

 

La provincia di Reggio Calabria aveva nel 1890 un reddito imponibile di fabbricati di L. 2.404.834 che era andato gradatamente aumentando sino a L. 2.695.850 nel 1895. Nel 1896 il reddito imponibile, per causa del terremoto del 1904, scende a L. 2.030.231 e solo nel 1905 il reddito era tornato a giungere a L. 2.283.893. Il terremoto di quell’anno fa scendere di nuovo il reddito edilizio imponibile della provincia a L. 2.100.660 ed a L. 2.059.853 nel 1907, di cui 549.994 lire spettanti alla città di Reggio Calabria.

 

 

Bisogna notare che questi redditi sono quelli imponibili, ossia quelli ricavati dal fitto lordo delle case, diminuito del 25 o del 33 per cento a secondo che trattasi di fabbricati civili od industriali. Occorre aggiungere ancora che i redditi accertati agli effetti delle imposte sono talvolta poco e talvolta parecchio minori del vero, sia per gli occultamenti, sia per l’epoca, non recente, a cui rimonta l’ultima revisione dell’imposta.

 

 

All’ingrosso i redditi lordi legali sarebbero di circa 2.800.000 lire per tutta la provincia e di 800 mila lire per la città di Reggio Calabria.

 

 

Aumentandoli del 25 per cento, per tener conto degli occultamenti medi, arriviamo ad un reddito lordo effettivo di L. 3.500.000 per la provincia e di 1 milione di lire per la città. A quale saggio capitalizzare questo reddito? Per non esagerare nelle spese, per lasciar margine ad un occultamento superiore a quello del 25 per cento, per tener conto delle costruzioni nuove non ancora contemplate nei ruoli delle imposte, per non dimenticare il fatto che spessissimo si tratta di fitti presunti per le case abitate dai proprietari e non di fitti reali, teniamoci pur bassi. Ma sembra difficile scendere al disotto del 5 per cento lordo, che corrisponderebbe all’incirca al 3,1/3 – 3,1/2 netto da spese, compresa l’imposta. A questo tasso i fabbricati civili ed industriali (esclusi i rurali) della intiera provincia di Reggio Calabria avrebbero un valore di circa 70 milioni di lire e 20 milioni varrebbero quelli della sola città capoluogo. Quanto valgono i fabbricati rurali non è possibile arguire in alcun modo. La valutazione qui sopra fatta corrisponde ad un dipresso a quella che si legge nel primo fascicolo dell’anno 1908-909 del Bollettino di statistica e legislazione comparata edito da quella direzione generale delle tasse sugli affari che si trova, per bontà della sua popolazione, in primissima tra gli uffici italiani. In seguito ad una analisi lunga e minuta e a indagini praticate anche per mezzo di funzionari locali, il valore dei fabbricati appartenenti ai privati, veniva stabilito per la provincia di Reggio Calabria in lire 67.497.760. Va notato che il reddito imponibile dei fabbricati demaniali era calcolato in sole L. 37.833 e quello dei fabbricati appartenenti a Provincie, Comuni, Enti morali e Società commerciali in L. 75.485; sicché per un altro verso torna il conto dei 70 milioni di lire per l’intiera provincia.

 

 

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Passiamo alla provincia di Messina, dove le cifre sono più grosse. L’intiera provincia parte da un reddito imponibile di lire 4.386.291 nel 1890 ed arriva a L. 5.268.788 nel 1895. Il terremoto lo fa retrocedere nel 1896 a L. 4.858.864, da cui risale a lire 5.240.180 nel 1905. Ma di nuovo il terremoto la ricaccia a L. 5.176.608 nel 1906 ed a L. 5.163.721 nel 1907. Su questi, i tre quinti sono assorbiti dalla città di Messina, e cioè ben L. 3.086.148. Applicando i criteri di calcolo dianzi esposti, si ottiene un reddito lordo legale di circa L. 7.000.000 per la provincia e di L. 4.100.000 per la città: ed un reddito lordo effettivo di circa 8 milioni e 750 mila lire per la provincia intiera (compreso il capoluogo) e di lire 5.200.000 per la città di Messina. Qui il tasso d’interesse del 5 per cento lordo sarebbe in verità un po’ troppo basso, tenendo conto che il reddito in prevalenza è dato da una grande città, in cui le spese d’amministrazione delle case sono più alte che nelle cittadine e nei borghi, in cui sono assai più numerosi i fitti effettivi, facilmente calcolabili dagli agenti delle imposte, dei fitti presunti. Forse è prudente capitalizzare i redditi al 6 per cento lordo, corrispondente al 4 per cento netto, con un discreto margine ancora per occultamenti eccezionali, fabbricati nuovi, ecc. A questa stregua i fabbricati della intiera provincia di Messina varrebbero 146 milioni e quelli del solo capoluogo 87 milioni di lire. Il Bollettino succitato valuta i fabbricati di proprietà privata per tutta la provincia in L. 149.894.935, a cui dovrebbe aggiungersi il valore dei fabbricati demaniali (di un reddito imponibile di L. 95.878) e dei fabbricati appartenenti alle Provincie, ai Comuni, agli Enti morali e alle Società commerciali (reddito L. 136.986). Come si vede, le due valutazioni coincidono abbastanza bene.

 

 

Riassumendo, il valore dei fabbricati civili ed industriali (esclusi i rurali) può calcolarsi in 20 milioni per la città di Reggio Calabria ed in 50 milioni per il resto della provincia; ed in 90 milioni per la città di Messina e 60 milioni di lire per il resto della provincia. Se noi supponiamo distrutte anche tutte le case delle due città capoluogo e metà delle case del resto della provincia il che probabilmente è una ipotesi parecchio esagerata, il danno complessivo sarebbe di 165 milioni di lire. Naturalmente qui si parla solo del danno materiale delle case, non potendosi tener conto del danno artistico, della perdita di valori mobiliari, di gioie, di mobili e di tutte le altre ricchezze immateriali che si accumulano sempre copiose in una grande città.

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