Opera Omnia Luigi Einaudi

Recensione – Prof. S. Cognetti de Martiis: La mano d’opera nel sistema economico. – (prefazione al volume V della biblioteca dell’economista). Torino, unione tipografico-editrice

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 15/07/1902

Recensione – Prof. S. Cognetti de Martiis: La mano d’opera nel sistema economico. – (prefazione al volume V della biblioteca dell’economista). Torino, unione tipografico-editrice

«La Riforma Sociale», 15 luglio 1902, pp. 695-696

 

 

 

“Compiendosi l’anno della perdita precoce del Prof. Salvatore Cognetti De Martiis, la famiglia dona agli amici l’ultimo lavoro dell’estinto, certa di riaffermare nell’animo di tutti il ricordo di un ingegno poderoso”. Questa la scritta che sobriamente indica l’intento nobilissimo che inspirò la pubblicazione fatta a parte di un’opera già comparsa a guisa di prefazione del quinto volume della quarta serie della Biblioteca dell’Economista. Si distingue l’opera, sventuratamente incompiuta, in due parti, di cui la prima studia il lavoro e la mano d’opera. Ed anzitutto l’A. indaga quale sia del lavoro la determinazione dinamica e fisiologica, illustrando, sulla scorta della scienza meccanica, come il lavoro sia il prodotto dello sforzo in cui una forza, originata da una determinata energia, vince la resistenza di un’altra forza, e sulla scorta della scienza fisiologica come, pur rimanendo costanti i suoi coefficienti essenziali meccanici, il lavoro si distingue in muscolare e nerveo ed assuma forme peculiari all’uomo. Si viene quindi ad indagare la determinazione sociale e quella economica del lavoro, allo scopo di scegliere in mezzo a tutta la popolazione umana quella parte di essa che più propriamente può dirsi economica, ed in seguito ad una indagine sulla classificazione professionale dei lavoratori tutti, a figgere lo sguardo più propriamente sulla mano d’opera, alla quale competono le operazioni esecutive, mentre invece il lavoro d’intrapresa dirige, regola, coordina i mezzi di produzione e di traffico della ricchezza. E di questa mano d’opera definita e separata dal resto della popolazione si studia poi l’azione nel regime economico in genere e nel regime automatico in ispecie, con copia inusata di statistiche e di dati sapientemente raccolti, dimostrando quale profonda trasformazione nelle intraprese economiche di ogni sorta sia stata cagionata dal sostituirsi del processo automatico al processo manuale. Nella parte seconda l’A., il quale avea studiato il lavoro prima dal lato meccanico e fisiologico e quindi dal punto di vista puramente economico, procede a caratterizzare il lavoro dal punto di vista sociologico. E poiché codesto è un punto di vista straordinariamente complesso, sceglie l’A. alcune questioni precipue, che giovano ad illuminare il problema vastissimo studiato. Ed innanzitutto egli studia la mano d’opera nel sentimento sociale, intendendo con ciò di esaminare il grado di considerazione annesso all’esercizio delle arti manuali, e qui indaga come l’elevazione del lavoro manuale sia sostanzialmente dovuta alle seguenti cause:

 

 

  • 1) il carattere prevalentemente industriale della vita di un dato popolo;
  • 2) l’influenza del sentimento religioso formatosi in coerenza con l’antropomorfismo professionale o con l’indole dell’ambiente sociale o con determinati precetti e canoni;
  • 3) l’esistenza del lavoro libero in contrasto col lavoro servile;
  • 4) l’abolizione della servitù;
  • 5) la costituzione e lo sviluppo dei sodalizi operai;
  • 6) la partecipazione delle classi operaie al potere politico;
  • 7) la sostituzione del regime automatico al regime manuale;
  • 8) l’introduzione del lavoro manuale nella disciplina pedagogica.

 

 

Dopo l’elemento etico viene posto in luce l’elemento giuridico, chiarendo come agli antichi rapporti di dominazione, di tutela, di patronato fra capitale e lavoro siano subentrate relazioni o di indifferenza o di antagonismo e tendono ora a sostituirsi relazioni di reciprocità. L’A. fa una lunga disamina critica del contratto di locazione d’opera e delle dottrine giuridiche prevalenti al riguardo ed avrebbe concluso sostenendo che la figura giuridica, che meglio, a suo avviso, si addice al contratto di lavoro, è quella dell’associazione. Questa idea si proponeva egli di svolgere largamente; senonché la crudele, lunga malattia e la morte prematura gli impedirono di tradurre in atto il suo divisamento. Ma coloro i quali sanno quanto grande fosse la cura dell’A. nell’elaborare i suoi scritti e come fosse sterminata la sua erudizione storica e statistica, di leggieri possono convincersi che i capitoli già compiuti contengono una fonte inesausta di acute riflessioni e di notizie preziose, bellamente coordinate ad illuminare un tema a cui egli negli ultimi anni di sua vita avea consacrato tutte le sue vive energie intellettuali e la sua instancabile attività. Il volume, adorno di un bel ritratto e di un autografo di lui, seguito da una biografia del compianto Maestro, dettata con amoroso affetto dal Prof. P. Jannaccone ed arricchito da una completa bibliografia delle sue opere, è veramente il ricordo più bello che la famiglia di Salvatore Cognetti De Martiis potesse offrire ai numerosi estimatori e discepoli dell’illustre estinto.

 

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