Opera Omnia Luigi Einaudi

Prefazione – F.A. Repaci, La questione doganale

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 01/01/1923

Prefazione – F.A. Repaci, La questione doganale

Francesco Antonio Repaci, La questione doganale (Critiche protezionistiche). Programma d’azione del Gruppo libero scambista italiano Torino, «La Riforma sociale», 1923, pp. 3-4

 

 

 

Il Gruppo libero-scambista intende, con questa seconda pubblicazione, continuare nell’opera di critica al protezionismo eccessivo della tariffa doganale entrata in vigore il 1ø luglio 1921. La inchiesta condotta dal Dott. Francesco A. Repaci intorno ai risultati di quella tariffa, risultati sommariamente ricordati anche nella presente pubblicazione, ottenne un largo consenso in quanti vollero occuparsi del problema.

 

 

Ma poiché nel campo protezionistico qualche voce si levò a protestare che la tariffa del 1921 era una candida colomba ingiustamente accusata di malanni non suoi, parve opportuno saggiare il valore delle difese e raccogliere nuovo materiale di critica.

 

 

Sull’importanza di questo non è mestieri insistere. Esso parla per sé stesso e getta una luce singolare sui modi con cui quella tariffa fu manipolata e sugli effetti che ne risultarono. Le lettere che noi pubblichiamo provengono da industriali e da commercianti; e tanto più volentieri noi le pubblichiamo in quanto intendiamo reagire contro quella falsa solidarietà per cui i protezionisti ritengono naturalissimo che gli interessati difendano e si facciano persino relatori in Parlamento dei dazi a loro proprio favore e si inquietano invece quando i danneggiati s’attentano a parlare. I commercianti e cioè i rappresentanti dei grandi empori del traffico dovrebbero star zitti quando i dazi distruggono la ragione della loro vita; e dovrebbero aver vergogna di parlare, quasiché l’importare e il negoziare merci straniere non fosse un compito altrettanto nazionale ed italiano quanto il trasformare una materia prima straniera; e quasiché il far partecipare gli italiani alla comodità dell’acquisto a buon mercato di merci straniere non sia di gran lunga più meritorio che non il far rincarare a loro danno le merci nazionali.

 

 

Di sofismi cosiffatti sono intessute le critiche che il Repaci confuta nel suo scritto; e fra tutte la più curiosa è quella, che una lettera del Giretti, riprodotta dal Repaci, stritola con ironia corrodente e secondo cui si pretenderebbe dimostrare l’innocenza della tariffa del 1921, argomentando dalla minor copia dei dazi incassati alla minore incidenza dei dazi stessi; quasiché una tariffa assolutamente proibitiva, riducendo a zero il provento dei dazi, non dovesse, a questa stregua, apparire la più innocua di tutte!

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