Opera Omnia Luigi Einaudi

Prefazione– John F.Kennedy,Ritratti del coraggio

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 01/01/1960

Prefazione– John F.Kennedy,Ritratti del coraggio

John F. Kennedy, Ritratti del coraggio, Milano, Le edizioni del Borghese, 1960, pp. 3-5

 

 

 

Allorché, nel giugno scorso, fu decisa la pubblicazione in Italia del libro di John Kennedy, l’Editore ed io ci trovammo d’accordo nel giudicare Luigi Einaudi come l’uomo più adatto a scrivere la prefazione per un’opera dedicata al coraggio nella vita politica. La risposta alla mia richiesta giunse con questa lettera dell’ex Presidente della Repubblica, datata 14 giugno 1960:

 

 

«Egregio Signore,

 

 

Ella desidera una mia prefazione al libro di John Kennedy, oggi uno dei candidati alla scelta della Convenzione democratica per la Presidenza degli Stati Uniti. Il libro è degno di essere letto, come quello che raccoglie alcuni esempi di azioni insigni di coraggio politico; che è la specie più rara del coraggio. Ricordo agevolmente qualche nome di uomini i quali, forniti di coraggio fisico e di disprezzo della morte dinanzi al nemico, non diedero uguale testimonianza di politico; non altrettanto agevole, per i tempi postbellici, ricordare nomi di uomini politici italiani i quali volutamente rinunciarono a segnalati avanzamenti di carriera per aver voluto compiere un atto o pronunciare un discorso risolutivo, che la coscienza comandava, ma essi sapevano li avrebbe messi al bando per tutta la vita dalla partecipazione alla politica. Forse, risalendo nel tempo, soddisfa alla condizione della rinuncia a conseguire mete giustamente ambite l’atto di coloro che dopo il 1922 rifiutarono di prestare omaggio al fascismo o al suo capo? La rinuncia, nell’esilio o nel silenzio o nel carcere, fu più alta e coraggiosa, perché negli esempi americani al bando politico non si accompagnava il pericolo delle persecuzioni personali. Ma fu rinuncia diversa; e non ha riferimento al libro del Kennedy. Se quindi non sono in grado di scrivere una prefazione che non sia contesta di meri luoghi comuni, e di ciò Le chiedo venia, mi consenta di chiudere la lettera con l’augurio che se, per avventura, il Kennedy sarà scelto dalla Convenzione democratica e se egli sarà eletto Presidente degli Stati Uniti, egli si ricordi della sentenza di John Quincy Adams «essere il magistrato servitore non del popolo ma di Dio» e dia prova di quel disprezzo della popolarità che nel libro è segnalato come la virtù massima dell’uomo di Stato.

 

 

Devotamente suo

 

 

Luigi Einaudi».

 

 

I risultati della convenzione democratica sono stati favorevoli al Senatore John Kennedy. Ciò aumenta l’importanza di questo libro, attraverso le cui pagine è possibile conoscere gli esempi ai quali promette di ispirarsi, nella sua futura azione, quegli che ormai è il candidato democratico alla Presidenza degli Stati Uniti.

 

 

Henry Furst

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