Opera Omnia Luigi Einaudi

Luigi Einaudi e la Banca d’Italia

di Luca Tedesco

Una delle prime misure che adottò Einaudi nella sua veste di Ministro del bilancio nel quarto governo de Gasperi (maggio 1947-maggio 1948) fu quella di ripristinare nel luglio 1947 il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio che, varato dalla legge bancaria del 1936, era stato abolito nel 1944 e che aveva come compito quello di vigilare in materia valutaria, di tutela del risparmio e di esercizio della funzione creditizia. Tale comitato decise nell’agosto l’introduzione, a partire dal 30 settembre successivo, di un sistema di riserve bancarie obbligatorie. Einaudi difendeva la sua decisione di procedere a una contrazione del credito appellandosi alla necessità improrogabile della tutela dei risparmiatori, concepita come il fine principale dell’azione di governo.

In sede storiografica è stato avanzato il dubbio che prima della stretta dell’estate del 1947 Einaudi, nella sua qualità di Governatore della Banca d’Italia, avesse favorito o comunque non ostacolato l’espansione del credito bancario e quindi dell’inflazione (Graziani e De Cecco).

È pur vero che Einaudi, resistendo alle pressioni dell’Associazione bancaria italiana che avrebbe voluto fissare il rapporto tra patrimonio e depositi a 1 contro 50 (Archivio storico della Banca d’Italia), aveva già il 29 gennaio 1947 inviato agli istituti di credito un’importante circolare in tema di riserve obbligatorie. In essa veniva ricordato alle banche l’obbligo di investire in titoli di Stato o garantiti dallo Stato o di depositare presso l’istituto di emissione l’eccedenza dei depositi e conti correnti oltre 30 volte l’ammontare del loro patrimonio.

La documentazione contenuta nell’archivio storico della Banca d’Italia dà pienamente conto della duplice preoccupazione di Einaudi, da una parte, di non ignorare l’esigenza di maggiore liquidità avanzata dalle banche; dall’altra, di resistere alle loro richieste più esorbitanti. Il rapporto tra istituto d’emissione e aziende di credito si sarebbe così risolto in accordi di natura evidentemente compromissoria (Tedesco).

 

Riferimenti bibliografici e archivistici

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